È stato ricordato a Roma il politico e intellettuale europeista, a lungo vicepresidente della Rai. Protagonista dell’Unione Goliardica Italiana e della Gioventù liberale, poi vicepresidente del PLI, prima della rottura con Malagodi.
Dirigente politico, professore universitario, militante europeista. Gian Piero Orsello è stato ricordato mercoledì scorso, 3 novembre, a Roma, a quindici anni dalla scomparsa. La sua esistenza è stata lunga e la battaglia a favore dell’integrazione europea “la sua stella polare”, come ha detto Andrea Scazzola, che moderava il dibattito. E proprio in un periodo come questo è importante riscoprire una figura così complessa e sfaccettata. Nel ricostruire il ruolo avuto da Orsello nel Movimento Europeo, Pier Virgilio Dastoli si è soffermato sull’Europa di oggi. A giudizio di Dastoli, bisognerebbe riaprire il cantiere dell’Ue attraverso un processo costituente, in modo da superare il Trattato di Lisbona: ma il cantiere dovrà essere aperto anche ai non addetti ai lavori, a differenza dei cantieri veri. Dovrà mostrarsi capace di coinvolgere i cittadini e sollecitarne la partecipazione.
Mario Morcellini ha commemorato Orsello ricordandone la “prorompente empatia”, soffermandosi poi sull’importante impegno in Rai: un tema che è stato affrontato anche da Stefano Rolando nel suo intervento. Valdo Spini ne ha invece ricostruito l’itinerario politico, che ha portato quello che era considerato un enfant prodige del liberalismo italiano alla vicesegreteria del Pli, prima che i contrasti con Malagodi lo spingessero ad abbandonare il partito. Dopo l’esperienza di “Democrazia liberale”, Orsello aderì al Psdi prima e al Psi poi, per poi entrare – durante la seconda repubblica – nei Democratici di sinistra: un percorso che Spini riconduce agli orientamenti fondamentali dell’europeismo e del riformismo moderno.
Maria Romana Allegri ha voluto sottolineare la “tenacia e la determinazione” di Orsello e la sua personalità “capace di smussare i contrasti”. Si è poi interrogata sull’Europa di oggi, alla luce dei contrasti in seno all’Unione e alle posizioni sempre più distanti dei governi polacco e ungherese rispetto ai suoi principi fondanti. “Tutti sono disposti a dichiararsi europei” – ha detto – “ma non tutti si riconoscono nei valori dell’Europa”. E dell’europeismo di Orsello ha parlato anche Cristiano Zagari, che con lui ebbe modo di collaborare all’interno del Movimento Europeo.
Nel suo commosso ricordo del padre, Daniela Orsello si è richiamata al “valore della memoria” e ha invocato la necessità dell’“ottimismo contro l’euroscetticismo”. Si è chiesta che cosa direbbe dell’Europa di oggi: un’Europa attraversata da divisioni, spesso guardata con diffidenza dagli stessi cittadini. “Guarderebbe comunque” – ha affermato – “ai passi avanti fatti”.
Il convegno è stato concluso da un intervento di Franco Chiarenza, antico sodale di Orsello ai tempi dell’Unione Goliardica Italiana. Proprio le rappresentanze universitarie – assieme ai movimenti giovanili dei partiti – sono stati i luoghi in cui si è formata la classe dirigente della prima repubblica. Dove si formano le classi dirigenti oggi, si è chiesto Chiarenza? Per rispondere a questa domanda servirebbe un altro convegno.
Saro Freni, 8 novembre 2021