Ddl concorrenza: il potere incrollabile delle lobby

Ddl concorrenza: il potere incrollabile delle lobby

Concessioni balneari, esercizi commerciali ambulanti, notai. Il provvedimento, che dovrebbe aprire al mercato alcuni settori, contiene luci e ombre. E in alcuni casi sembra che si proteggano più i concorrenti della concorrenza. Il commento di Alessandro De Nicola.

Tanto tuonò che piovve. Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl sulla concorrenza, a sette anni di distanza dall’ultima volta (ricordiamoci che in teoria la legge sulla concorrenza è annuale). Il progetto contiene luci (molte, almeno sul piano dei princìpi) e ombre, e comunque dovrà passare attraverso il vaglio parlamentare. A mo’ di stimolo per i rappresentanti del popolo diamo qualche spunto di riflessione.

Concessioni balneari

Una certa delusione riguarda le concessioni balneari e per gli esercizi commerciali ambulanti. Come è noto la direttiva Bolkestein del 2006 imponeva ai Paesi europei la liberalizzazione e la messa a gara delle concessioni relative agli stabilimenti balneari e alle vendite ambulanti.

La situazione in Italia è paradossale: nonostante gli alti prezzi di lettini ed ombrelloni, 21.581 concessioni su circa 26.700 pagano un canone inferiore a 2.500 euro! In più nel 2020 le autorizzazioni sono state rinnovate in automatico fino al 2033 nonostante bocciature della Corte di Giustizia, una nuova procedura di infrazione della Commissione europea, sentenze del Tar e della Corte Costituzionale, provvedimenti dell’Autorità Antitrust.

Non c’è un solo motivo per rimandare queste benedette aste: lo Stato incasserebbe di più (e magari potrebbe trovare le risorse per tagliare l’Irap), il servizio migliorerebbe per i consumatori e l’efficienza dei concessionari sarebbe stimolata. Per ora invece si procederà solo a una “operazione trasparenza” per le sole concessioni demaniali marittime (gli ambulanti non sono presi in considerazione).

Notai

I notai, splendido esercito che ricorda la compattezza del Battaglione Sacro tebano, sono riusciti ad espungere dal ddl l’innocua norma che permetteva al singolo professionista di esercitare al di là dei confini regionali: i notari più bravi ed efficienti avrebbero avuto più clienti, gli altri di meno. Proprio quello che si vuole evitare e la scusa che alcune zone sarebbero rimaste scoperte è molto debole. Per la legge della domanda e dell’offerta laddove si creasse una domanda insoddisfatta ci sarebbe qualcuno pronto ad offrire i servizi richiesti: se poi i notai diventassero veramente 15.000, come prevedeva la vecchia legge sulla concorrenza, invece che essere meno di 5.000 tutto sarebbe più facile.

Liberalizzazione farmaci fascia C

Le professioni in genere non sono toccate e, in tema di distribuzione dei farmaci, mentre si alleggerisce un po’ l’obbligo di assortimento di medicinali che i grossisti devono sempre avere a disposizione (attualmente almeno il 90% di tutti quelli autorizzati), non si liberalizza la vendita dei farmaci di fascia C da parte delle parafarmacie né si stabilisce esplicitamente che i farmacisti ivi impiegati possano fare i tamponi. Non è chiaro, poi, perché nel processo di accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, le Regioni non dovrebbero procedere, com’è ora previsto, a “valutazioni comparative della qualità e dei costi”, frase che si vorrebbe cancellare.

“Dipendenza economica”

In alcuni casi, pare che si proteggano i concorrenti più della concorrenza. Ad esempio, la proposta che si presuma la “dipendenza economica” nel caso in cui un’impresa utilizzi i servizi di intermediazione forniti da una piattaforma digitale che ha un ruolo determinante per raggiungere utenti finali o fornitori sembra esagerata. Gli alberghi Hilton sono in dipendenza economica di Booking.com? Oppure i grandi produttori di elettrodomestici lo sono di Amazon?

Di ogni erba si fa un fascio: ed è vero che è ammessa prova contraria, ma nei tempi andati si sarebbe definita una probatio diabolica. Basta così: ci riserviamo di raccontare le molte cose buone del ddl, per ora proviamo a migliorarlo.

Alessandro De Nicola, La Repubblica 5 novembre 2021